Le procedure di esportazione in Cina, unitamente alle pratiche doganali, possono rappresentare una delle fasi più critiche da affrontare per le aziende che hanno deciso di entrare nel mercato cinese. Il presente articolo intende fornire un sunto descrittivo dei principali adempimenti da considerare.
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La situazione contingente
E’ dato di fatto che, con il rigore che ha contraddistinto negli ultimi mesi l’imponente piano anti-Covid messo in atto dalla Cina, i controlli doganali dei prodotti importati nel Paese si sono fatti via via più stringenti, in particolare per quello che riguarda il settore alimentare. La conseguenza principale, ma non meno gravosa sui volumi complessivi, è stato il blocco pressoché totale da parte della Cina di importazione dall’estero di prodotti surgelati (in particolare pesce e carne), considerati portatori del virus.
Ma non è stato certo l’inasprimento dei controlli, conseguente alla pandemia, a rendere ancor più complessa una rete burocratica fatta di licenze, verifiche, rilascio di permessi, autorizzazioni e certificazioni già molto impegnativa per gli imprenditori stranieri.
La burocrazia cinese richiede una licenza per ogni singola operazione del processo di importazione di merci dall’estero. Ipotizzando il caso di un’azienda in possesso di una licenza per importare un determinato prodotto, quella stessa licenza non sarà utilizzabile per altri prodotti; verrà, inoltre, verificato l’oggetto sociale dello statuto della società per l’autorizzazione al pagamento estero. E questo solo per citare alcuni esempi.
Bisogna poi considerare che in Cina i diversi uffici governativi sono “a tenuta stagna”. Questo significa che non comunicano tra loro né tanto meno trasmettono in maniera completa ed esaustiva informazioni e documenti da un dipartimento all’altro, creando un considerevole rallentamento della catena burocratica. La spiegazione del perché questo accada comporta diversi aspetti: in Cina la conoscenza è considerata sacra, e quindi non va condivisa, inoltre si ritiene che le lungaggini diano tempo gli agenti di espletare le procedure richieste.
Nonostante le difficoltà endemiche legate alla procedura e alla burocrazia, inasprite dalla pandemia in corso, è doveroso sottolineare che nei primi sette mesi del 2020, l’export di merci italiane in Cina ha raggiunto un valore di circa 6 miliardi di euro (7 miliardi di dollari), ed è cresciuta la presenza di imprese italiane sulle piattaforme di e-commerce cinesi.
Vediamo quindi quali sono le fasi preparatorie e i documenti necessari per esportare in Cina.
Registrazione:
E’ un’operazione che riguarda esclusivamente le aziende alimentari.
Nel marzo 2012 l’ufficio governativo cinese per la supervisione e ispezione della qualità AQSIQ (General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine) ha emesso la normativa attualmente in vigore e che prevede la registrazione delle aziende che producono, lavorano o conservano alimenti all’estero che sono importati in Cina e che vengono definite come “Overseas Food Enterprises”.
L’ufficio preposto per la registrazione è il Certification and Accreditation Administration (CNCA) dell’AQSIQ.
L’implementazione di questa normativa segue gli scandali alimentari che in passato hanno colpito l’Occidente (latte in polvere, frutta, vino, carne e altri prodotti) ed è volta a impedire l’introduzione nel paese di alimenti potenzialmente dannosi rendendone possibile la tracciabilità.
Per richiedere la registrazione, l’azienda esportatrice deve compilare un formulario on line con le informazioni relative alla società e agli agenti importatori autorizzati in Cina a cui si appoggia e dovrà fornire una serie di documenti: contratto di vendita/conferma d’ordine, fattura, packing list, cargo manifest, polizza di carico, avviso di spedizione effettuato dallo spedizioniere all’importatore, certificato di origine, certificato sanitario, campione dell’etichetta conforme alla normativa cinese, copie di campione dell’etichetta tradotte in lingua cinese, certificato fitosanitario.
Sdoganamento in Cina:
Le aziende che intendono esportare in Cina devono avere sul territorio un partner cinese che svolge il ruolo di azienda importatrice e questo vale indipendentemente dal settore merceologico delle merci esportate.
Possono importare i prodotti da paesi stranieri solo le aziende cinesi munite della licenza di commercio estero (Foreign Trade Rights) rilasciata dal Ministero del Commercio Estero (MOFTEC – Ministry of Foreign Trade and Economic Cooperation). Questa normativa ha lo scopo di monitorare il flusso di merci in entrata e in uscita dal paese.
Norme specifiche in merito di esportazione valgono per Hong Kong e Macao dove la regolamentazione è leggermente diversa dal resto del territorio cinese.
La GAC – General Administration of Customs è l’autorità di riferimento in materia doganale che esercita le sue funzioni tramite i vari e numerosi uffici locali. Questi ultimi tuttavia possono adottare modalità diverse, a seconda del territorio di appartenenza, è quindi opportuno valutare attentamente su quale ufficio operare. Di solito le procedure di sdoganamento vengono espletate presso l’ufficio CAG più vicino al punto di ingresso della merce o presso quello più vicino alla destinazione finale della stessa.
La Cina applica misure di carattere tariffario e non. Per quanto riguarda queste ultime, le merci possono essere classificate in una delle seguenti categorie:
- “prohibited”: merci di cui è vietata l’importazione o l’esportazione;
- “restricted”: merci sottoposte a quote (contingenti) o ad autorizzazione (licenza);
- “fully traded”: merci senza particolari restrizioni. Per quest’ultima categoria è comunque previsto l’obbligo di segnalazione preventiva da parte degli operatori, con concessione della licenza in via automatica al fine di monitorarne i flussi.
Documenti di Spedizione per il mercato Cinese:
Le merci destinate all’esportazione verso la Cina devono avere la dichiarazione in dogana (DAU), usualmente richiesta per tutte le spedizioni, eccetto all’interno dell’Unione europea. Sono inoltre necessari i seguenti documenti:
- Fattura commerciale: redatta in inglese, in due o tre esemplari, deve contenere i normali riferimenti.
- Certificato di origine: le spedizioni destinate alla Cina devono essere accompagnate da un Certificato di origine redatto sul formulario comunitario.
- Certificato fitosanitario: richiesto per la frutta, i legumi, le sementi ed altri vegetali. E` rilasciato dal servizio fitosanitario delle Regioni di appartenenza. In generale, per l’esportazione di tutti i prodotti coltivati è necessaria la negoziazione di protocolli.
- Certificato sanitario: necessario per le carni, i certificati sanitari sono rilasciati dal Servizio veterinario delle ASL di appartenenza, (come per i prodotti vegetali l’esportazione delle carni fresche è condizionata dalla negoziazione dei protocolli con la Cina e comporta la concessione di licenze obbligatorie degli impianti di produzione). I certificati devono essere sigillati con un tampone asciutto, secondo un modello sicuro e armonizzato per tutti i servizi regionali veterinari e devono essere stampati su carta originale del servizio veterinario regionale. Come in altri Paesi, anche in Cina si è deciso di sospendere le importazioni di animali o di carne animale i provenienza dell`Unione Europea a causa del rischio di contaminazione dall’ESB (malattia della mucca pazza). Sempre a causa dell’ESB in Cina è proibita l’importazione di animali e ovini vivi così come la carne bovina. E’ comunque autorizzata l`importazione di pollame fresco, le carni suine fresche o trattate termicamente con un attestato complementare riguardante l’influenza A H1N1 ed il maiale da riproduzione.
- Certificato o attestato di libera vendita dei cosmetici: redatto sulla base delle informazioni fornite dall`esportatore, attesta che i prodotti spediti sono conformi alla legislazione italiana e in libera vendita sul territorio nazionale. Per i prodotti cosmetici può essere richiesto sia il certificato di libera vendita, sia l’attestato di libera vendita rilasciato dalle Camere di commercio di competenza.
Trasporto, Imballaggio, Etichettatura:
Documenti di trasporto: la polizza di carico, la lettera di vettura aerea Air Waybill (AWB), la lettera di vettura internazionale CMR (Convention des Merchandises par Route).
Sul manifesto d’arrivo per le esportazioni via aerea e marittima a destinazione o in transito nella Cina continentale devono essere riportate le seguenti informazioni: partita IVA e coordinate dell’impresa dell’esportatore; codice fiscale e coordinate dell’impresa destinataria, riferimenti del contatto a destinazione. Le dogane cinesi hanno inoltre rafforzato i controlli sulla descrizione della merce che appare sul manifesto, che deve essere «completa ed esatta».
Lista dei colli: il documento ricapitola tutte le merci esportate e precisandone il volume, il numero dei colli, le casse, i contenitori e la quantità esatta.
Assicurazione trasporto: non è prevista per i trasporti internazionali di merci, ma è obbligatoria per i trasporti interni.
Etichettatura: le esigenze di etichettatura variano a seconda del prodotto e riguardano specialmente i prodotti alimentari, farmaceutici. Devono prevedere un’etichetta e le istruzioni sull’utilizzo redatte in cinese. Queste ultime devono indicare l’origine del prodotto e anche il nome, l’indirizzo e le coordinate dell’importatore locale.
Controllo delle merci:
In Cina esistono due tipi di certificazione: la certificazione volontaria e la certificazione obbligatoria, gestite entrambe dall’amministrazione cinese per la certificazione e l’accreditamento CNCA – che dipende dalla AQSIQ .
Certificazione CCC – China Compulsory Certification: ha l’obiettivo di far rispettare i regolamenti tecnici e si applica sia ai prodotti nazionali che a quelli importati.
I prodotti soggetti a certificazione obbligatoria non possono essere venduti o importati in Cina senza tale certificazione e senza adottare il marchio CCC corrispondente. Le categorie sottoposte a questa certificazione sono 23 e tra queste rientrano prodotti come: materiale elettrico, elettrodomestici, telefonia, materiale hi-fi, apparecchi per illuminazione, pneumatici, apparecchiature mediche, etc.
Ammissione Temporanea:
E’ possibile esportare temporaneamente merci verso la Cina per gli scopi seguenti:
- fiere e mostre;
- materiale professionale;
- campioni commerciali.
Quanto sopra esposto vuole essere un vademecum illustrativo di cosa significa esportare in Cina da un punto di vista procedurale e burocratico. I documenti e passaggi descritti sono validi in linea generale, fatta eccezione per il settore alimentare che è soggetto a maggiori e più oculati controlli. Resta inteso che, una volta individuata una specifica categoria merceologica, è necessario effettuare uno studio ad hoc per conoscere dettagliatamente documenti e procedure per l’esportazione in Cina.