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Generazione Z – chi sono
In Italia rappresentano l’11% della popolazione. In Brasile il 20%. In tre anni i Gen Z saranno circa un terzo dei lavoratori del mondo.
Ecco perché ha senso cercare di capire chi è e cosa pensano i nati tra il 1995 e il 2010.
Generazione Z
Ovvero: Centennials, IGen, Zoomers, Plural
Classe 1995-2010 (per l’Istat 1996-2015)
Rappresentano l’11% della popolazione italiana
Sono nativi digitali
Key Technology: AR/VR Realtà Aumentata, Realtà Virtuale
Caratteristiche: digitali, adattabili, concreti, sensibili alle tematiche ambientali e di inclusività
La grande paura: restare disconnessi
I giovani si sa, spesso non rispondono alle aspettative. E in effetti le ricerche sui giovanissimi sono ricche di sorprese.
> Primo, sono mediamente felici. “Felice” si ritiene il 60% degli intervistati, soprattutto tra i 14 e i 18 anni che vive in grandi città. La percentuale resta alta anche dopo l’esperienza pandemica, che ha inciso sulla percezione delle priorità nella vita (vedi paragrafo a fine articolo)
> Seconda sorpresa: i veri influencer sono mamma e papà. Il 55% dei giovanissimi si lascia ispirare dai genitori, soprattutto tra i 19 e i 24 anni; il 44% invece dagli amici, soprattutto gli under 19.
Uscendo dal nido familiare, sono le celeb, le star dello spettacolo a creare i trend (per il 35% degli intervistati) seguiti dagli sportivi (30%). Entrambe le categorie sono ritenute più autorevoli degli chef (19%) dei fashion blogger (21%) e degli influencer (23%).
> Non c’è due senza tre, ed ecco la terza sorpresa: non è vero che per i GenZ esiste solo l’online. Per intercettarli la parola d’ordine è omnicanalità.
Creare un sistema interconnesso tra tutti i punti di contatto che consente di interagire con il brand e vivere l’esperienza di acquisto su vari touchpoint. Esempio preclaro lo Store Meta a Burlingame in California. Scopo dichiarato: diffondere l’esperienza del metaverso (una volta lì per esempio si può eseguire una demo di app su Quest 2, proiettare il proprio acquisto su un display gigante, provare i Ray-Ban stories, ecc…)
Cosa amano i nativi digitali?
Ancora più che per i Millennials non è CHE COSA, ma COME viene proposta la cosa. Per scoprire perché basta gettare un occhio sulle scelte di vita della generazione.
- Consumi, vai di shopping. L‘esperienza d’acquisto nei negozi fisici è ancora preferita a quella online (40% contro il 34%). Il sesso fa la differenza. Gli uomini preferiscono online, le donne lo store
- Mobilità, hai voluto la bicicletta? Il 51% si sposta in auto, il 50% a piedi o con i mezzi pubblici (37%). Solo il 10% sceglie moto o motorino. La due ruote preferita è sicuramente la bicicletta, al 17%
- Viaggi, la donna è mobile. Il 46% viaggia spesso, in particolare le ragazze tra i 19 e i 24 anni
- Lavoro sì, ma solo se stimolante. Il 32% ha un lavoro e un’attesa professionale futura positiva. Il 30% è freelance, consulente o è coinvolto in una start-up
- Ufficio? Ogni tanto. I nativi digitali si aspettano di lavorare in remoto. Alla domanda specifica “quanto ritieni utile lavorare dall’ufficio?” rispondono da poco a ogni tanto
- Bel Paese addio. Il 57% pensa di restare in patria, il 30% si immagina in Europa. Il 13% è pronto per migrare in un altro continente
- Viva i brand impegnati. Per il 94% l’impegno alla sostenibilità è prioritario nella scelta dell’azienda per cui lavorare. Ma anche per i brand da acquistare
- Tanta voglia di sicurezza. La generazione è cresciuta nel mondo post 11 settembre con la minaccia del terrorismo, ha assistito alla Grande Recessione, ora alla pandemia e al ritorno della guerra in Europa. Tutti fattori che l’hanno resa molto sensibile al tema. Il 72%, per esempio, desidera un futuro finanziariamente sicuro.
Tik Tok Couture
Come la Gen Z sta condizionando il fashion system
Balaclava, DarkAcademia, Regencycore, Euphoria High School. No, non sono ricette culinarie o scuole di pensiero, ma trend ‘inventati’, meglio rimbalzati, su Tik Tok. Qui nella patria delle challenge i Tik Toker sfoggiano i loro look. Niente marchi costosi ma tanta voglia di mixare, ispirati un po’ dallo street style un po’ dalle serie TV. E tanto, tanto vintage.
Questo mondo allegro interessa sempre più le Maison. Che sanno che i giovani squattrinati di oggi possono diventare acquirenti domani.
Quindi:
> live Tik Tok per le sfilate di Saint Laurent e Luis Vuitton dalla Paris Fashion Week
> tutorial per JW Anderson che insegna come tricottare il cardigan crochet di Harry Styles
> Prada invita in front row i Tik Toker Mattia Stanga e Charles d’Amelio
> L’efebico Noen Eubanks diviene il volto di Celine per la collezione Primavera/Estate
Nel bene e nel male – le tendenze su Tik Tok passano rapide – un segno tangibile dell’incisività della Gen Z su un sistema industriale portante per il paese.
Da Elle https://www.elle.com/it/moda/ultime-notizie/a39515744/tiktok-moda-gen-z/
La Generazione Z compra? Eccome! E…come?
Il prodotto perfetto è conveniente, acquistabile in multicanale e personalizzabile
Il consumo per la Gen Z deve rispondere a tre principi:
- vale più l’accessibilità del possesso
- l’acquisto è espressione di identità individuale
- si privilegiano i brand etici con un impegno comprovabile nel sociale e nella sostenibilità
Ecco alcuni fattori chiave per intercettare i consumatori di domani.
- Via social – i giovani comunicano via chat. Whatsapp è ancora la più diffusa (89%) seguita da Instagram e Tik Tok, in rapida ascesa (ma dati recenti indicano anche un nuovo trend: l’abbandono dei social)
- Immagini più che parole – sette su dieci utilizzano prevalentemente le foto, preferite al testo (26%); seguono video (6%) e messaggi vocali (4%)
- TOV “crudo”- i Gen Z amano il reale. Preferiscono un linguaggio vero, riconoscibile, schietto
- Estensione geografica – è una generazione proiettata al viaggio e non ha confini lavorativi
- On demand – si apprezzano tutte le formule on demand, non vincolanti
- Mobile – sono nati con lo smartphone in mano e non ci rinunciano mai (soprattutto le donne)
- Multimedialità – passare da un canale a un altro è… un gioco da ragazzi
- Rapporto personale – con i colleghi e consulenti preferiscono una relazione personale, diretta
Generazione Z e Covid-19
Come la pandemia ha cambiato le prospettive di una generazione. La survey Deloitte
Gennaio 2020. Deloitte commissiona un sondaggio su 18.400 tra Millennials (nati tra 1981 e 1996) e Gen Z (1997 – 2012) per conoscere la loro opinione su temi come il lavoro, la società, il futuro. L’irruzione della pandemia però cambia le prospettive e spinge Deloitte a condurre una seconda survey su un campione di 9.100 giovani in 13 Paesi. Oltre all’Italia coinvolti Canada, Brasile, UK, Spagna, Francia, Germania, India, Corea del Sud, Giappone, Cina, Australia e USA.
>> Lo scopo è comprendere l’impatto della pandemia sui più giovani.
Gli italiani si sono dimostrati i più toccati: sale l’ansia legata alle prospettive finanziarie a lungo termine (dal 41% al 47%) e anche la preoccupazione per la salute, mentale e fisica (39% rispetto al 33% della prima survey). Il 40% ha preso una pausa causa stress, contro il 30% degli altri paesi.
A che punto è l’impegno ecologico e la voglia di cambiamento pacifista? ripartire da un “better normal”.
Prima della pandemia, Millennials e Gen Z dichiaravano l’impegno attivo per la salvaguardia del pianeta; il 75% continuerà a impegnarsi ( l’84% in Italia). Circa il 3/4 del campione, dopo l’esperienza del Covid-19 si sente più empatico e ricettivo rispetto ai bisogni degli altri e desidera ancora più fortemente dare un contributo positivo alla propria comunità.
In estrema sintesi
> La pandemia ha ulteriormente rafforzato il desiderio delle giovani generazioni di contribuire ad un mondo migliore in cui player privati e governi si devono impegnare a generare un riscontro sociale positivo: le PERSONE e l’AMBIENTE vengono prima del profitto.
Peace&Love insomma: come per la generazione dei vecchi Baby boomers.
Postilla. Mentre correggo l’ultima bozza di questo articolo, mia figlia mi passa accanto e sbotta: ma basta con questi blablabla sulla Gen Z. Io sono io con le mie scelte e la mia storia! (mai, mai dimenticare che l’individualità può sovvertire ogni previsione di comportamento)
Fonti e riferimenti:
Dati sono ricavati dalle ricerche: “Generazione Z: un futuro che guarda al passato” commissionata da BNP Paribas Cardif, condotta da AstraRicerche e “Deloitte Global 2021 Millennial and Gen Z Survey”
link e approfondimenti:
https://www2.deloitte.com/global/en/pages/about-deloitte/articles/genzmillennialsurvey.html
https://www2.deloitte.com/it/it/pages/about-deloitte/articles/l-impatto-del-covid-19-su-millennial-e-gen-z—deloitte-italy—html
https://www.mckinsey.com/industries/consumer-packaged-goods/our-insights/true-gen-generation-z-and-its-implications-for-companies
https://.ilsole24ore.com/art/generazione-z-ecco-come-convincere-nuovi-talenti-dare-massimo-AC3cNrF
https://www.insuranceup.it/it/scenari/generazione-z-giovani-saggi-alla-ricerca-di-certezze/